Incomprensioni

09.04.2021

Le incomprensioni sono così strane
Sarebbe meglio evitarle sempre
Per non rischiare di aver ragione
Che la ragione non sempre serve

FEDERICO ZAMPAGLIONE

Facile a dirsi ma come si può evitare un'incomprensione? E se non è possibile evitarla è sempre e solo una cosa negativa? E in che senso la ragione non sempre serve?

La comunicazione è alla base di ogni rapporto ma quando usiamo parole vuote (vd. articolo "Parole vuote") è un pò come se parlassimo a uno specchio che riflette noi stessi e i nostri significati ma in questo modo perdiamo di vista l'altro. Cosa succederebbe se iniziassimo a pensare che la persona di fronte a noi potrebbe dare un significato diverso alle parole? O un peso diverso alle cose? Oppure che potrebbe non aver capito una cosa per noi importante, dato che abbiamo preferito non dirgliela?

Spesso immaginiamo che gli altri abbiano il dono della metempsicosi e che ci capiscano senza alcuni sforzi, da parte nostra, per guidarli in questa comprensione. Lo so che è più semplice pensare "eh ma dovrebbe capirmi, lo sa come sono fatta!". Magari no! Magari non su tutti gli aspetti siamo così facilmente comprensibili, per non considerare poi che a volte non sappiamo neppure noi cosa vogliamo. L'altro mi capisce nella misura in cui voglio permetterlo, è anche una mia responsabilità ma spesso è più semplice non pensarci. Della serie: "non mi capisci!" "Dovresti saperlo come sono fatta!" "Mi hai delusa". In questi casi tendiamo a dare per scontato che l'altro debba corrispondere le nostre aspettative.

Spesso ci piace sentirci dalla parte della ragione, l'ultima parola in una discussione deve essere la nostra ma poi a che serve se non riusciamo a capire quello che sta succedendo? In che modo essere dalla parte della ragione aiuta nel muoverci meglio in quella relazione?

L'occasione del non capirsi può essere un buon momento per ritrovarsi, per prendere consapevolezza dei significati (diversi) dell'altro e arrivare a una comprensione più profonda.

Sara Vernazza
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